La tiroidite di Hashimoto è una delle alterazioni più frequenti della tiroide, in particolar modo nelle donne tra i 30 ed i 50 anni.
Clinicamente si presenta come una riduzione della funzionalità della ghiandola (ipotiroidismo). Spesso la tiroide dapprima va incontro ad un relativo aumento volumetrico, per poi ridursi gradualmente di dimensioni nella fase cronica di malattia.
La base di questa patologia è un disordine autoimmune con produzione di auto-anticorpi (anti-tireoglubulina e anti-perossidasi, presenti rispettivamente nel 70% e nel 95% dei casi) diretti verso la tiroide stessa, per cui la ghiandola viene progressivamente infiltrata dai linfociti in maniera focale o diffusa, determinandone l’aspetto disomogeneo all’ecografia.
L’ecografia viene di solito utilizzata per un approfondimento del quadro clinico e di laboratorio, per confermare la diagnosi, e nel follow up (i Pazienti affetti hanno un maggior rischio di sviluppare un carcinoma papillare tiroideo). Per cui oltre alla struttura ghiandolare con le alterazioni tipiche, bisogna ricercare con cura la comparsa di eventuali noduli singoli, che eventualmente andranno sottoposti ad agoaspirato.